Presentiamo il contributo del prof. Ellerani sulla VALUTAZIONE AUTENTICA e la prospettiva della PADRONANZA DELLA COMPETENZA.

Una valutazione significativa e formativa è attenta al processo di apprendimento e al coinvolgimento dello studente nell’apprendimento; è capace di descrivere e far descrivere allo studente che cosa è accaduto e di farlo riflettere sulle ragioni per cui una prestazione è accaduta in un modo o in un altro. Il coinvolgimento continuo dello studente nel processo di autovalutazione sollecita una valutazione che non riguardi solo informazioni su ciò che lo studente sa (conoscenze dichiarative) o sa fare (conoscenze procedurali) ma che aiuti i ragazzi a valutare il possesso di disposizioni e di prontezza a mettersi in atto ogni qualvolta una situazione richieda le abilità insegnate. Tutto questo rimanda all’idea di competenza e a quella che gli esperti definiscono valutazione autentica.

Per divenire autentica la valutazione deve essere educativa, autovalutativa, predittiva, centrata sullo studente, estesa alle disposizioni, continua e profondamente connessa al mondo reale, ai processi richiesti dalle nuove condizioni storiche, non ripetitiva, non terminale, non selettiva.

Come l’istruzione deve coinvolgere gli studenti in prestazioni reali e significative, al cuore degli apprendimenti essenziali, in contesti analoghi a quelli esterni alla scuola, orientati a obiettivi di livello elevato (problemi complessi) così la valutazione deve controllare lo studente in compiti che non richiedono soltanto di ridire una conoscenza ma di applicarla a problemi in contesti reali, nell’integrazione di più routine in abilità complesse. (Wiggins)

L’insegnante più che rivestire il ruolo di colui che controlla, che usa strumenti apparentemente oggettivi per verificare se lo studente ha appreso quello che gli è stato insegnato ed è in grado di proseguire, progetta obiettivi significativi in ambienti di apprendimento simili a quelli reali, assiste e guida lo studente nel cammino per conseguire i risultati previsti, riflette con lui sulle prestazioni realizzate per comprendere i risultati conseguiti e quelli da raggiungere, lo aiuta a procedere a partire da quello che è capace di fare verso quello che potrà fare, confrontandosi costantemente con le richieste del mondo esterno. (Comoglio)

valutazione autenticaGrant Wiggins è lo studioso americano che ha avanzato la proposta di sostituire la valutazione tradizionale con quella autentica, le cui caratteristiche principali sono state così definite:

La valutazione autentica

1. è realistica
2. richiede giudizio e innovazione: le conoscenze devono essere usate saggiamente per risolvere problemi non strutturati in modo efficace
3. richiede agli studenti di ricostruire la disciplina invece di ridire o ripetere o replicare con una dimostrazione ciò che gli è stato insegnato; occorre farlo lavorare dentro la disciplina, attraverso l’esplorazione e la scoperta
4. replica o simula i contesti nei quali gli adulti sono controllati sul luogo di lavoro, nella vita civile e personale. I tipici test scolastici sono senza contesto, gli studenti hanno bisogno di sperimentare che cosa vuol dire fare un compito in contesti di vita reale disordinati e poco chiari. I compiti autentici capovolgono quella segretezza e quel silenzio tipici della risoluzione dei compiti scolastici e anche l’assenza di risorse e di feedback del testing tradizionale.
5. accerta l’abilità dello studente a usare efficientemente e realmente un repertorio di conoscenze e di abilità per negoziare un compito complesso. La prestazione dev’essere il frutto di abilità integrate e non una serie di items isolati e staccati.
6. permette appropriate opportunità di ripetere, praticare, consultare risorse, avere feedback e perfezionare prestazioni e prodotti. Per essere educativa una valutazione deve tendere a migliorare le prestazioni: i test tradizionali mancano di questa prerogativa perché mantengono le domande segrete e i materiali di risorsa lontani finché dura la prova. Lo studente dev’esser considerato come cliente primario dell’informazione.

ALLORA?

Innanzitutto ricordiamo che Wiggins parla di valutazione autentica e lnon di verifiche tout court: ci sono conoscenze che devono essere verificate come propedeutiche per lo sviluppo di abilità particolari e che possono richiedere l’uso dei test tradizionali ma l’autore mette in guardia dall’uso esclusivo e reiterato delle modalità di testing tradizionale che non permettono di capire se gli studenti possono consapevolmente usare ciò che hanno appreso in situazioni diverse e nuove, vicine a quelle della vita reale.

Siamo ovviamente al centro dell’idea di COMPETENZA (come capacità di attivare e integrare le risorse interne possedute e quelle esterne a disposizione, in contesti specifici e multipli, Pellerey, e, in ambito più scolastico, come possesso di conoscenze in modo organico e sicuro che permette la loro trasferibilità e ri-applicabilità, Cambi) e di APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO del costruttivismo, per cui gli studenti apprendono e assimilano più in profondità quando hanno a che fare con situazioni reali rispetto alle situazioni decontestualizzate tipiche dell’apprendimento scolastico tradizionale, considerato come semplice accumulo di nozioni.

Tutto ciò implica l’utilizzo, accanto alle prove scritte e orali più tradizionali e all’osservazione dello studente in situazione, delle rubriche.

Che cos’è una rubrica?

È una forma di misurazione e controllo della qualità della prestazione che l’insegnante elabora e consegna agli studenti prima dell’esecuzione della prova: è uno strumento che elenca i criteri per analizzare il lavoro nei suoi aspetti più significativi, essa esprime chiaramente i livelli di qualità per ogni criterio ritenuto utile, partendo dai livelli minimi accettabili. È una guida all’attribuzione del punteggio comparativo, basandosi su un insieme di criteri che vanno da un livello minimo a uno massimo. I criteri e gli indicatori specifici sono descritti in modo tanto dettagliato da consentire a valutatori indipendenti di pervenire alla medesima attribuzione di punteggio. La riduzione della componente soggettiva nella valutazione di una prova rende la rubrica attendibile rispetto al raggiungimento di standard nazionali e quindi particolarmente utile alle scuole per elaborare piani di miglioramento.

La rubrica consente quindi:

1. di valutare qualitativamente una prestazione e di focalizzare l’attenzione dell’insegnamento e dell’apprendimento sulla competenza,
2. di essere massimamente trasparenti perché l’alunno sa in anticipo che cosa ci si aspetta da lui (e anche le famiglie),
3. di guidare l’alunno all’autovalutazione e all’assunzione di responsabilità (in teoria e anche in pratica gli alunni stessi sono in grado di attribuirsi il giudizio o di attribuirlo ai compagni). La rilettura degli items e delle risposte fornite dai vari alunni fornisce inoltre un feedback immediato che dovrebbe servire a orientare le prestazioni future;
4. di ridurre la componente soggettiva nella valutazione di una prova, quindi è adatta per definire il livello di raggiungimento degli standard nazionali di riferimento e per elaborare i piani di miglioramento dell’efficacia dell’insegnamento della singola scuola;
5. di attuare un’esplicita azione di continuità e confronto tra scuole e gradi di scuola (annullando i pericoli dell’autoreferenzialità);
6. di favorire la collegialità e la comunità di pratiche perché porta alla comunicazione e alla riflessione interna al collegio dei docenti e tra docenti di dipartimento;
7. di coniugare individualizzazione e personalizzazione intendendo per individualizzazione l’adozione di strategie didattiche finalizzate a garantire a tutti gli alunni il raggiungimento degli obiettivi attraverso la diversificazione degli itinerari di apprendimento (sono chiari i livelli minimi accettabili) e con personalizzazione l’azione di assicurare a ogni allievo una propria eccellenza cognitiva attraverso attività motivanti e significative che consentano di compensare gli svantaggi e sviluppare i propri talenti e le attitudini (articolazione degli indicatori e dei livelli di padronanza + prestazioni autentiche e significative) Baldacci;
8. di dare senso al portfolio perché documenta ordinatamente i livelli progressivi degli studenti.

LA RUBRICA PERMETTE UN FEED-BACK CONTINUO DELLE AZIONI PROGRAMMATE E REALIZZATE A SCUOLA E ARRICCHISCE LA PROFESSIONALITA’ DOCENTE E LA MOTIVAZIONE DEGLI ALLIEVI, FORNENDO UN VALIDO CONTRIBUTO ALLA COMUNICAZIONE DELLA SCUOLA NON SOLO CON LE FAMIGLIE MA ANCHE NEL CONTESTO SOCIALE, CULTURALE E PRODUTTIVO (alternanza scuola-lavoro, Quadro Europeo delle Qualifiche, EF of Languages).

P. Ellerani

Lascia un commento